È agli inizi del Novecento che in Città si comincia a parlare di voga e di un nuovo sport del mare: il canottaggio.
Sino a quel momento lo sport era consistito soltanto in un po’ di podismo e di ciclismo, oltre che in esibizioni di ginnastica, scherma e lotta greco-romana tra gli studenti del Convitto Nazionale e dell’annesso Regio Liceo-Ginnasio “Torquato Tasso”, dove al termine dell’anno scolastico era tradizione disputare gare fra gli alunni interni ed esterni preparati dagli insegnanti di educazione fi sica e dal maestro d’Armi.
Per mare si è sinora andati, e solo per diporto, su lance o su baleniere, pesanti imbarcazioni a remi a sedili biposto, senza carrelli scorrevoli, a otto, dieci e più rematori, a volte anche armate a vela o sui gozzi e sulle scappavie, barche più leggere e manovrabili. Non si trattava ancora di canottaggio, erano solo gite lungo le spiagge: in barca si andava persino vestiti di giacca e cravatta col cappello o con la “canotier”, come, all’epoca, veniva chiamata la nostra famosa “paglietta”. Né si aveva alcuna velleità di fare agonismo. Se necessario, lo si faceva in feste padronali o in incontri amichevoli con gli equipaggi dei pochi battelli stranieri all’ancora nel piccolo bacino del nostro porto.
In quegli anni di inizio ‘900 un gruppo di giovani salernitani aveva già dato vita ad una “Associazione Nautica “. Fra i promotori di questa iniziativa i fratelli Gaetano e Francesco “Franz” Moscati, futuri soci fondatori del Circolo Canottieri Irno. Essi fecero costruire due baleniere, una delle quali chiamata “ Ninon “, nome assegnatole per la bellezza e snellezza, come Ninon De Lenclos, la signora dei salotti libertini di Parigi che i giovani viveurs di Salerno non smettevano di sognare.
Questa Associazione ebbe, comunque, breve vita e al suo declino, le due baleniere vennero acquistate dal vecchio marinaio Francesco Corbo che, con il fi glio “Menichiello”, ne aveva curato la manutenzione. Da quel momento gli studenti di Salerno, nei loro pomeriggi liberi o quando marinavano la scuola, poterono prenderle in fi tto, soprattutto la “Ninon”, per gite o per esercizi di voga o alla vela, pagando a “ zì’ Francische” la modesta somma di due soldi a persona. Si cominciava, adesso, a parlare di “canottaggio agonistico”.
Nella vicina Napoli erano già sorti circoli che si dedicavano al canottaggio e alla vela : nel 1889 era nato il “ Real Circolo Remo e Vela Italia” e nel 1893 il “Sebetia”. Nel 1899 era stato fondato il “Sailing Club” che sarebbe poi diventato “Circolo Partenopeo della Vela” dedito alla sola vela. Questi sodalizi erano circoli con patenti reali: l’ “Italia” aveva quale presidente onorario S.A.R. Luigi di Savoia Aosta duca degli Abruzzi mentre del “Sailing Club” era presidente onorario S.A.R. Tommaso di Savoia Duca di Genova. Il Re Vittorio Emanuele III diventerà presidente onorario del “Sebetia” che quindi, da quel momento, si chiamerà “Reale Yacht Club Canottieri Savoia”. Si parlava tanto di questi circoli e il giovane ingegnere Luigi Centola che frequentava in quegli anni soprattutto il Real Sailing Club non smetteva di trasferire ai suoi amici di Salerno la passione per il mare e l’entusiasmo per gli sport nautici.
Fu così che in una sera di primavera del 1910, durante una discussione al “Caff è della Marina” , quando le passeggiate si facevano su carrozzelle trainate da cavalli non ancora infastiditi dalle prime auto che iniziavano a circolare, il conte Francesco Gomez de Tèheran, funzionario del Banco di Napoli e giornalista, fece notare che la gioventù di Salerno non poteva sottrarsi al fascino del mare, della vela, del remo e lanciò l’idea della costituzione di un circolo nautico.
Ne diventò subito tenace assertore l’onorevole Pietro Pellegrino che trovò fra i presenti, tutti suoi intimi amici, unanime consenso. Nativo di Vietri sul mare egli era solito affrontare arditi programmi: aveva lanciato la idea di collegare Salerno con Amalfi a mezzo ferrovia, si era battuto per ottenere l’insediamento in Salerno del cementificio e per la costruzione di un ippodromo nella piana del Sele. Ora questa nuova iniziativa lo incuriosiva e lo affascinava. L’idea di un nuovo circolo viene accolta con entusiasmo e con l’adesione di appartenenti alle migliori famiglie salernitane il 7 giugno 1910 si dà vita al “Club Nautico Salerno” che poi diventerà il Circolo Canottieri Irno di Salerno.
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